Credete che la causa della mia assenza sia stata un lunghissimo week end tra ponti e festività? Sbagliato. Schiena bloccata, estrema unzione del pc, visite, scottatura di metà viso e infine un bel raffreddore. Trenta grandi all’ombra e mi sono presa il raffreddore. Forse non erano trenta ma lasciatemi esagerare un po’.
Nel mio caso non basta un portafortuna, servirebbe un pellegrinaggio ma il caso vuole che i miracoli avvengano solo se ci credi… un po’ come funziona per i fantasmi e le fate turchine… quindi non mi resta che aspettare. Aspettare che la ruota giri e intanto evitare di espormi al sole diretto senza un protezione 100 (esiste?) e dimenticarmi di fare la ragazzina con le spalle nude di sera con l’arietta fresca.
Uffaperò!
La scorsa settimana un tizio mi ha dato 21 anni, forse voleva adularmi o mi prendeva proprio per il culo, comunque sono solo 27. Chiamatemi dicendo: ehi tu, senti, senta, scusa, tu con la maglietta color menta, ehi tu con i capelli spettinati, tu con la borsa che sembri in fase di trasloco, che corri anche se sei in anticipo, che strizzi gli occhi perché il sole ti infastidisce e ti scocci di prendere gli occhiali dalla borsa perché il verde maculato non si abbina bene al vestito… insomma, chiamatemi come vi pare, ma evitate in ogni modo di farvi uscire da bocca signora! Signora di cosa? Spiegatemi perché l’etichetta vuole che io venga chiamata così. L’effetto è lo stesso del parcheggiatore che chiama chiunque dottore o ancora meglio dotto’.
Non ditemi che devo farmene una ragione, non ci sto.

La pausa, ovviamente, non è stata improduttiva. Gli elefanti sono stati uno dei lavori di questo periodo.
È sempre la loro stagione, sono carini sia in lana che in cotone (come questi) e l’uncinetto non si stanca nel realizzare i loro morbidissimi sederi.
L’elefante in lilla, della prima foto, è il primo esperimento di minipachiderma. Si racchiude in pochi centimetri ma non mancano delle piccole zampe e la coda intrecciata.
L’elefante color glicine è l’ultima versione di tanti elefanti già realizzati. Il cotone mi piace, è innegabile.
Lo schema base per realizzare questo amigurumi è sempre lo stesso già citato più volte, lo trovate qui. Al mio ho apportato delle piccole variazioni, per adattarlo al mio modo di lavorare e al mio gusto ma la ricetta base è la stessa: partire dal sedere e terminare con la proboscide.

Dedico un po’ di fortuna da proboscide all’insù alle amiche/colleghe bloggers che in questi mesi sono state così carine da pensare proprio a me. Lungi da me fare la tipa snob, sono felice di ricevere premi e complimenti (chi non lo sarebbe?) ma fare delle liste di blog e rigirare il tutto non mi viene proprio naturale. 

Un grazie speciale a La Civetta Chiacchierina, Nella mia nicchia, Jhobbyes, La Fusilla, Con un filo e Il filo chiaro.